leggendo un libro su valery

prima di addormentarmi ho avuto problemi di autoscopia
e per tutto il sonno ho tenuto l'io che sembrava dentro di me
come una bottiglia rotta e bucava la carne e non mi lasciava dormire,
un sonno illuminato da io luccicante che migrava da ogni parte,
l'io deve fermarsi se vogliamo dormire.
pensavo all'unica questione che mi sono posto incessantemente,
una questione allo stesso tempo molto utile e molto inutile,
chiedersi cosa sia un io per sapere cosa siamo noi e dove siamo
e dove stiamo e da quale punto pensiamo e come facciamo a sapere
che pensiamo e che siamo e con quale organo ci accorgiamo che siamo
una certa cosa e come possiamo vedere dentro di noi e come possiamo
veramente vederci e come fare di se stessi un'accozaglia di pensieri
e di emozioni e di sapere e di non sapere e come capire e non capire
e l'io che pensa ad un altro io è lo stesso che tengo io e l'io che hai tu
come sa dell'io che tengo io e se non ci fossero questi io
se li lasciassimo un pò e se perdessimo la i oppure la o
e se provassimo a prolassare veramente nella nostra carne
senza questo guizzo che ci elettrizza senza questa apparenza del niente
e senza questo essere vivi dentro il niente e per niente vivi o morti
e deliranti e ignoranti e colloquianti, e se vuoi vado ancora avanti,
vado da un'altra parte, tanto l'io non si addormenta mai e non si ferma
neppure se gli spari alle gambe, l'io ha delle gambe suo ed un suo cuore,
io ho sempre cercato il cuore dell'io e ho trovato la milza.