È un libro bellissimo,
che unisce poesia e impegno civile: emoziona e fa riflettere
.un'opera
importante che segna un punto di non ritorno nella descrizione del meridione
forse un libro come questo, duro ma delicato, iroso ma sereno, spingerà
finalmente qualcuno a raccontare con sguardo asciutto cosa è diventata
nell'ultimo decennio l'Italia.
Marco Belpoliti, L'Espresso
"Quello che c'è
è sempre tanto", scrive Franco Arminio a pagina 61 del suo Viaggio
nel cratere: un libro che t'apre la mente alla conoscenza e il cuore alla meraviglia
perché quel "tanto", Arminio lo cerca e lo trova dove nessuno
vede alcunché.
Michele Trecca, La gazzetta del mezzogiorno
Arminio scrive dei suoi paesi
con un linguaggio così denso di verità da non lasciare fiato
le
sue escursioni all'interno del Meridione hanno il valore irrinunciabile di un
bagno nella conoscenza reale dell'altrove, spogliato del glamour e del dark
che vi aggiungono i filtri mediatici.
Enzo Verrengia, Stilos
Arminio ragiona come se ovunque
fosse straniero, libero da ombre. Così confessa: "Riesco ad abbandonarmi
ai paesi più di quanto faccia con le persone". E, proprio nell'atto
di abbandonarsi ai paesi, ci restituisce queste geografie dell'anima, e palpiti
di una provincia che vede irrimediabilmente dissolversi le tinte forti della
propria identità.
Francesco De Core, Corriere del mezzogiorno
Il viaggio inchiesta di Franco
Arminio tra i pesi smarriti, ammutoliti della sua Irpinia, rappresenta al meglio
ciò che la narrativa italiana può ancora ritrovare scavando a
fondo
.é il modo più attento e partecipe, quello dell'autore,
per raccontare -con stile straordinario, tra cronaca e poesia- un'Italia che
cambia lasciando indietro sacche di passato. Un viaggio desolato, realistico,
scarno: Cristo ha mandato i cellulari ad Eboli, ma risuonano nello stesso vuoto
che fece nascere il grande libro di Carlo Levi, a tratti accostabile a questo
osservatorio dell'anima irpina d'importanza sociale davvero rilevante.
Sergio Pent, Tuttolibri (La Stampa)
La sua tecnica preminente,
come nella sua produzione poetica, resta l'immagine che ha caratteristiche assolutamente
uniche nel panorama italiano, l'unica forse che riesce al tempo stesso ad essere
delirante e esatta, misurata e luminosa, tessendo trame fra punti remoti o attingendo
bersagli lontanissimi con la precisione di un golfista.
Livio Borriello, Corriere
La sua macchina linguistica
ha la straordinaria capacità di macinare tutto
Viaggio nel cratere
rappresenta un'importantissima occasione per contribuire a rimettere in modo
efficace il Sud nell'agenda politica e culturale di questo paese.
Donato Salzarulo, Piazza Libertà
"Qui si può solo
descrivere e dire: così è la vita umana", appuntò
ludwig Wittgentstein a proposito del Ramo d'oro di James G. Frazer. La pagina
di Franco Arminio invece a volte s'increspa in un'onda d'irrequietezza. Il suo
sguardo da straniero rivela un senso di appartenenza non catastale ma mosso
da un atto di amore verso la sua terra, verso un'occasione andata perduta.
Generoso Picone, Il Mattino
lui è un Celati con l'Ofanto al posto del Po, un Chatwin con l'Irpinia
al posto della Patagonia
Camillo Langone, Il Foglio
Così quando ho preso
il libro mi sono accorto che non solo si leggeva con piacere, ma che quei paesi,
anche se lontani da me, un po' come i sobborghi americani, mi riguardavano.
Ho pensato: che bel ritratto dell'Italia.
Antonio Pascale, Diario
Un intento sistematico a
comprendere che porta l'autore a trovare infine delle ragioni di speranza contrapposte
al pessimismo della ragione. Anche questo è un aspetto del tutto inedito,
rispetto alla produzione letteraria precedente, e che fa di questo libro una
pietra miliare nella storia del nostro sud
Chi avrà la pazienza
di seguire in filigrana queste riflessioni capirà molto sul Meridione,
molto più di quanto si possa comprendere attraverso dieci saggi sulla
questione meridionale. Questo libro ha unafunzione "catartica". Dopo
questa catarsi, come i cittadini di Atene dopo i "Persiani" di Eschilo,
gli irpini dovrebbero riprendere in mano il loro destino, dovrebbero comprendere
che una soluzione c'è, ed Arminio la offre.
Paolo Saggese, Corriere
Arminio entra nei paesi sfogliando
storie e vistando tombe, le moltissime tombe, una alla volta. Con pazienza,
senza fretta. Perché né la fretta né il rumore appartengono
a questo libro.
Antonella Cilento, L'indice dei libri
Arminio è uno scrittore
raro: scrive con tutto il corpo e si accorge di tutto quello che succede ai
corpi altrui, di dentro e di fuori. L'incontro con uno scrittore che adoperi
il corpo intero è un evento felice che non dà la felicità;
regala invece la percezione salutare di quanto le cose siano complesse e oscure,
misteriose nella loro chiarezza
secerne una lirica così asciutta
e coriacea da diventare epica
Arminio è uno scrittore lacerato:
è un impulsivo meditabondo il cui strumento di conoscenza è un'attenzione
stravolta e stravolgente. È un ipocondriaco, ma i mali che descrive sono
reali: ci mostra l'incapacità di costruire il presente, la nostra infelicità
volontaria, la "modernità incivile". È un egocentrico,
ma sa ascoltare come pochi. Ogni sua frase ci espone senza riparo alla frustata
percettiva: impone lividi e custodisce una furia inesplosa.
Domenico Scarpa, Tuttolibri
È riuscito a trovare
una sua strada molto personale. E non solo per l'intuizione di quel neologismo,
paesologo, alla base di "Viaggio nel cratere"
Il volume pubblicato
da Sironi conquista il lettore fin dalle prime pagine.
Antonio Turi, La nuova ecologia
Brani come I paesi della cicuta, Il galateo del rancore, Globale o rurale? Sforacchiano
lo smog delle ovvietà come fari allo xenon. Con l'aria di limitarsi a
rispolverare il "tutto il mondo è paese" Arminio scombina parecchie
comode categorie.
Elio Paoloni, Corriere del mezzogiorno (edizione barese)
Pieno di riflessioni critiche
e con immagini poetiche, Viaggio nel cratere è un piccolo grande libro,
un brillante rapporto sull'odierna Irpinia, che riflette la ruralizzazione del
mondo.
Vincenzo Romeo, Il giornale d'Italia
Arminio ci porge il collasso
del mondo così come lo registra la pelle dei luoghi apparentemente "esclusi"
dal mondo.
Alberto Rollo, L'immaginazione
Il pregio fondamentale dell'opera
è l'aver saputo coniugare l'analisi sociale e la descrizione urbanistica
con l'introspezione psicologica in una sintesi di elevatissimo contenuto letterario,
che fa di Franco Arminio uno scrittore ed un comodi cultura, che onora la nostra
provincia.
Generoso Benigni, Nuovo Meridionalismo
Viaggio nel cratere di Franco
Arminio è uno di quei libri che riconciliano non solo con la prosa ma
anche con il senso della poesia se con questa parola coincide ancora con un
fare del linguaggio contro l'arroganza di ogni potere con il tentativo di capire
da dove "venga un qualche sentimento"... Arminio che scrive poesia
e la conosce, in questo libro non se ne serve, al contrario la "serve"
Viaggio nel cratere è un elogio dell'attenzione, o meglio è il
risultato di un'attenzione esercitata con devozione religiosa nel vero senso
del termine: preoccupata di stabilire legami, di custodire, di capire come organismi
diversi, persone diverse e tempi diversi possano ancora dialogare tra loro nel
paesaggio di un'Italia che non si sa più bene cosa stia diventando se
non una delle periferie di un mondo sempre più "paesano" stavolta
nel senso peggiore del termine, fatto di risse, rancore, fedi asservite alla
superstizione e ai potenti
Arminio non fa polemiche letterarie, indica
quelle che secondo lui restano le cose importanti: sapere guardare i monti,
scrutare l'orizzonte ma anche la buona gente che lavora ogni giorno, riconoscere
la gentilezza. Il cratere lo abbiamo in noi e ognuno dovrebbe provare a raccontarselo
attraverso un diario della discesa e della salita. Arminio ha fatto questo tentativo
e anche per questo Viaggio nel cratere è un documento che resterà.
Antonella Anedda, La Gazzetta di Parma
Non cerca spiegazioni sociologiche;
le sue pagine sono di struggente bellezza, un diario di viaggio che svela continuamente
il poeta.
Mario De Filippis, Quotidiano della Calabria
C'è nella sua scrittura
piana e profonda, una sottile, ma non per questo meno forte e meno evidente,
resistenza alla "modernità", qualcosa che ci fa pensare a Pisolini.
Giancarlo Susanna, Railibro
L'autore compone un mosaico
le cui tessere - lo si capisce dopo un po' - sono i paesi stessi. L'immagine
che restituiscono è inquietante, perché racconta di una realtà
che, in fondo, riguarda tutti noi e non solo lontane storie d'Appennino.
Davide Musso, Altreconomia
In Viaggio nel cratere ci sono frasi che rimangono, che sottolinei per ricordare
meglio
Il solo ottimismo di queste parole è quello dell'intelligenza delle cose,
già di per sé un valore inestimabile, una riuscita personale anche
di fronte a un fallimento ubiquo.
Vincenzo Maria Oreggio, Il cittadino
La grande forza di questo
libro, che si innesta nell'alta tradizione della letteratura e della memorialistica
civile del Sud, sta nella scrittura
Tutte le risorse della scrittura,
quindi, concorrono a fare di Viaggio in Irpinia d'Oriente un libro fuori dal
comune: che "si legge come un romanzo", "commuove come una poesia",
informa come un reportage", "fa indignare come un pamphlet".
Un libro nel quale non c'è una sola frase che non lasci una traccia nella
mente del lettore.
La Nuova Basilicata
In pagine piene di
passione civile e sorrette da una scrittura lucidissima, ci racconta l'Irpinia
d'oggi e la zona del "cratere", dove nell'Ottanta ci fu il grande
terremoto. Ci racconta, soprattutto, come vive e sopravvive la gente in un paese
dove la terra "trema sempre".
Antonella Mancini, Bari Sera